L'approccio Centrato sulla Persona
Emily Dickinson (Poetessa,1830-1886) ha scritto:
Una parola muore
appena detta,
dice qualcuno.
Io dico che solo
quel giorno
comincia a vivere.
Lo scopo della terapia Centrata sulla Persona è quello di sviluppare la capacità dell’autoconsapevolezza, cioè dare un nome alle emozioni, ai pensieri e agli impulsi, poiché ciò che ha un nome fa meno paura e diviene un qualcosa con cui ci si può confrontare.
La terapia è un incontro in cui si facilita l’altro “come processo in divenire” per ritrovare e ampliare i margini di libertà rispetto al proprio presente e futuro, superando e riducendo i limiti e i condizionamenti, esterni e interni, che le diverse storie hanno comportato.
La focalizzazione non sarà pertanto sul sintomo e disturbo, ma sulla Persona, anche se il sintomo può costituire una via per incontrare i significati che non hanno trovato voci diverse per farsi conoscere. La malattia, infatti, come una spia che si accende, diventa l’allarme che richiama a un ritorno a se stessi, a raddrizzare la via, a guarire i conflitti interiori. La malattia dunque è necessaria e benefica, in quanto segnala il difetto da correggere. La psicoterapia centrata sul cliente è un percorso di chiarificazione di sé, che permette l’ampliamento del concetto di sé.
La terapia stimolerà da un lato l’esplorazione di sé nella direzione di un sempre maggior contatto con i propri bisogni e valori, che si riverbera sulle proprie capacità di autoregolazione, sull’autostima e sul potere personale.
Ecco cosa scrive una Cliente su che cosa ha rappresentato per lei la psicoterapia:
“Gli incontri con te, sono incontri in cui cerchiamo le parole … è come quando in prossimità di un torrente che voglio attraversare, cerco i sassi migliori su cui poggiare i piedi, poi però, camminare su questi sassi è così piacevole che posso indugiarvi (ci sono pozze, vi guardo dentro, ci sono i gorghi …). Attraverso, certo, ma so anche che posso tornare all’altra sponda o percorrere il torrente. Tutto è piacevole anche se per un po’ lascio da parte il mio punto d’arrivo. E lo faccio in compagnia di qualcuno che mi dice “prova a metterlo là, il piede” e io provo. Poi cerco da sola.”
La psicologia umanistica, di cui fa parte l’approccio centrato sul cliente, vede la Persona nelle sue dimensioni di soggettività, libertà e responsabilità; l’uomo è visto come un essere capace di formulare progetti, valutazioni e opzioni e che ha la capacità di autodeterminarsi. I soggetti sono quindi visti come agenti di scelta liberi e responsabili.
Questo approccio è caratterizzato da una grande fiducia nella natura umana; i soggetti hanno dentro di loro la capacità di attivare le proprie risorse di recupero e di autoriorganizzazione, attraverso un percorso di autocomprensione e di autoregolazione, che porta allo sviluppo delle potenzialità.
All’interno di questo approccio assumono valore la dimensione esperienziale, i vissuti del cliente e la percezione che ha di sé e della realtà; il cliente, nel tempo, diventerà meno straniero a se stesso, più capace di esplorare e di esprimere la propria interiorità, di comprendere i propri modi di costruire la realtà. Nel momento in cui i propri modi di percepire e di essere non sono pienamente accessibili alla coscienza, ne influenzano e condizionano in modo sotterraneo e tacito il comportamento. La consapevolezza invece amplia i margini di libertà, dà la possibilità di operare delle scelte e di assumersene la responsabilità.
Carl Rogers
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Carl Rogers (1902-1987) è stato uno psicologo, fondatore della Psicoterapia centrata sulla Persona e noto in tutto il mondo per i suoi studi sul counseling e la psicoterapia all'interno della corrente umanistica della psicologia. La Psicoterapia centrata sulla Persona è stata da lui sviluppata, durante la sua esperienza clinica; tale approccio si basa su alcune assunzioni concernenti la natura umana e i mezzi con i quali proviamo a comprenderla:
- le persone possono essere comprese solo partendo dalle loro percezioni e dai loro sentimenti, ossia dal loro mondo fenomenologico. Per capire una persona dobbiamo concentrare la nostra attenzione non sugli eventi che egli esperisce ma sul modo in cui li esperisce
- le persone sono per loro natura buone e capaci di comportarsi in maniera efficace; esse diventano inefficaci solo quando interviene un apprendimento errato
- il terapeuta non deve cercare di manipolare gli eventi per conto del cliente; piuttosto deve creare le condizioni in grado di facilitare un processo decisionale autonomo da parte sua.